Quasi in sintonia con il commento di Franci al mio post precedente riesco finalmente a scrivere la ricetta della glassatura neutra, così come l'ho trovata qui. Per qualche strano motivo, in tutti i libri di pasticceria che accumulo sullo scaffale, anche in quelli più precisi e infallibili, questa preparazione non c'è, viene elencata negli ingredienti quasi fosse un elemento che si auto-genera (da cui ho dedotto che probabilmente in pasticceria questo composto viene acquistato già pronto). Che cavolo, non è possibile, mi dico. Inizio a googlare le parole "Glaçage neutre" finchè non mi imbatto nel blog che ho sopra citato e benedico il suo creatore e anche la comprensibilità della lingua francese. E quindi riporto pari pari il procedimento.
Glassatura neutra
Ingredienti:
500g d'acqua
20g di pectina (ho usato il Fruttapec)
525g di zucchero
33g di glucosio
Scaldare l'acqua a 50°C.
Mescolare a secco la pectina e 125g di zucchero poi versarli poco a poco, mescolando, nell'acqua. Aggiungere poi lo zucchero restante ed il glucosio poi portare il tutto a ebollizione per 2-3 minuti. Filtrare, versare in barattoli, coprire di pellicola a contatto con la gelatina e poi tappare. Lasciar freddare, poi conservare in frigo come per una marmellata.
All'occorrenza, prelevare la quantità necessaria di glassatura (che avrà un aspetto gelatinoso), scioglierla a fuoco dolce e stenderla col pennello sulla mousse, sulla frutta, ecc...Si può anche mescolare a piccole quantità di altri liquidi ed aromatizzare prima di utilizzarla (caffè, spezie in polvere, caramello,ecc). Non ho trovato indicazioni sulla durata del prodotto, ma essendo a base di acqua e zucchero direi che non si corrono rischi a conservarla qualche mese.
Approfittando della brevità di questa ricetta, mi dilungo un attimo per il meme che mi ha passato Fiordisale, che mi ha obbligato per un attimo a fermarmi a pensare a "Le cinque cose da cui sei dipendente", non necessariamente in ordine di importanza:
-1 In primis, le immagini. Nel senso più ampio del termine: dalle illustrazioni di un libro che sfoglio ai miliardi di foto che mi colpiscono su Flickr, dalle opere di un museo al colpo d'occhio su una strada che percorro tutti i giorni, dalla pubblicità al viso di un amico che mi parla. Spesso mi rendo conto di registrare ogni giorno, anche inconsciamente, una quantità esagerata di input visivi che restano immagazzinati da qualche parte nel cervello e inaspettatamente saltano fuori nel momento in cui disegno oppure quando mi ritrovo in una situazione o luogo analogo a quello "registrato". In due parole memoria visiva e deja-vu. E' pazzesco e forse non ho spiegato bene il concetto, però mi rendo conto di somigliare molto ad un archivio fotografico che non riesce a fare a meno di accumulare nuove immagini ogni giorno, anche se i suoi cassetti stanno già debordando.
-2 La cucina come sfogo ai piccoli stress di ogni giorno, come ricerca continua di nuove sensazioni e, banalmente, come abilità personale a scopo sopravvivenza (a volte inorridisco quando sento qualcuno che, per principio, non ha mai preso in mano una padella - per fortuna una specie in estinzione).
-3 Gli amici. Quelli veri, magari pochi, magari quelli che vedi una volta al mese ed è come essersi appena lasciati. Quelli che quando hai bisogno ci sono e ti leggono in faccia se qualcosa non va.
-4 La musica. Da quando al liceo ho iniziato ad interessarmi a gruppi e stili sconosciuti, a cercare di capire un testo, a spaziare a seconda dell'umore tra Nirvana e Chopin, questa dipendenza è cresciuta in modo esponenziale. Fondamentalmente, una giornata che parte con una buona colonna sonora è una buona giornata: col walkman :) od il lettore mp3 mi sembra spesso di dare una colonna sonora alle immagini che scorrono davanti agli occhi; in questo caso i tragitti in treno o bus riescono a essere quasi divertenti. Certo, il fatto di vivere da sola e di aver studiato pianoforte per una decina d'anni probabilmente giocano il loro ruolo.
-5 ehm....la quinta, se si leggesse dal punto di vista psicologico, definirebbe una persona ancora un po' immatura dentro (cosa che credo risponda al vero!): il latte ed i latticini. Da quando sono entrata nel girone del latte crudo poi, non ne parliamo.. Nonostante la curiosità per la cucina elaborata e filosofeggiante, il mio "comfort food" per eccellenza resta il latte caldo coi biscotti. Ha il potere di rilassarmi immediatamente, così come un buon gelato od una cucchiaiata di yogurt. Pensate al gesto di immergere un biscotto nel latte oppure gustarsi un cono passeggiando con calma (abolirei le coppette ed i cucchiaini di plastica!)
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