mercoledì 4 febbraio 2009

La ricerca della felicità - Biscottini verde speranza

Attenzione: post fortemente autoreferenziale e leggermente lagnoso; chi è allergico a questo tipo di contenuti, è autorizzato a passare direttamente alla ricetta :) Come recitava il titolo dello splendido film di qualche anno fa con Will Smith (a proposito, se non l'avete mai visto, merita davvero), ultimamente rimugino spesso su quale sia la MIA, di strada verso la serenità. Avrete sentito in tutte le salse, nell'ultimo periodo, la frase "Nella scrittura cinese, la parola CRISI viene scritta identica alla parola OPPORTUNITA' ", ovviamente in relazione alla crisi economica mondiale.

Quasi di riflesso, anche per me quell'ideogramma inizia ad avere un senso: ultimamente mi pongo domande inconcludenti sulla professione che ho scelto, con annessi dubbi e incertezze..e se questa crisi fosse un segno che la mia strada deve prendere una deviazione? In genere rifletto fino alla nausea sulle scelte da compiere, ed in ogni mia decisione non mi sono mai lasciata influenzare da niente e nessuno, affidandomi alle sensazioni. Da un lato amo il mio lavoro, la creatività e tutto ciò che si può definire "arte", dall'altro sono un po' amareggiata dalla considerazione sociale (e relativa remunerazione) pari a zero che, in Italia, è riservata a tutte le persone che scelgono questi mestieri. Per di più, da un anno circa, il tarlo della pasticceria continua a rodere dentro il mio cervellino, anche se so perfettamente di essere in ritardo su qualsiasi percorso formativo del settore (anche se non in ritardissimo). In Francia, fino a 25 anni, si può essere assunti come apprendisti, con annessi corsi gratuiti statali.. So perfettamente che ogni lavoro, anche quello del pasticcere, ha i suoi lati negativi (vedi sveglie alle 4 e festività inesistenti), forse è solo un mio grosso difetto quello dell'insoddisfazione cronica, della continua aspirazione a quel "qualcos'altro" che manca sempre, ma fatto sta che il mio cervello attualmente assomiglia molto ad un pentolone di spezzatino in ebollizione. Certamente la mia massima aspirazione è quella della multidisciplinarità, ovvero una professione che assembli cucina, creazione, gusto per le belle immagini....insomma, è forse il food-styling il mio destino? Mah, per ora torno a ribollire e lascio una ricettina veloce che con il verde brillante dei pistacchi di Bronte (peraltro usati oggi anche da Paoletta) mi ha portato un pizzico di buonumore in questa giornatina densa di pensieri.
Biscottini affettati al pistacchio di Bronte
farina 00 210g
burro 120g
uova 1 (grandi)
zucchero 110g
pistacchi di Bronte 70g
bacche di vaniglia 1
farina di mandorle 20g
sale 2g

Passare al mixer i pistacchi di Bronte, ottenendo una granella non troppo fine. Lavorare velocemente con le dita o con la planetaria il burro, lo zucchero, il sale ed un pugno di farina. Non appena il burro è assorbito, aggiungere tutta la farina, l'uovo, i semini estratti dalla vaniglia, la farina di mandorle ed i pistacchi. Fasciare l'impasto, modellato in forma di panetto rettangolare, e conservare in frigo per almeno due ore. Estrarre dal frigo, tagliare a fettine regolari con un coltello affilato e cuocere per 20 minuti circa in forno ventilato, a 160°.

5 commenti:

  1. ... il titolo del tuo post mi ricorda molto il mio primo libro "buddista" che ho letto!!!! Bello bello!
    Purtroppo ti capisco, faccio un lavoro che ho scelto un pò per forza e spesso mi trovo a pensare a quella che è la mia passione reale! Non so se mai la "bomba" scoppierà ma io non smetterò MAI di crederci e chissà che il mio grande sogno si realizzerà!
    Tu, sei puoi, lasciati guidare dalle sensazioni ...
    Ti abbraccio!
    Spero di incontrarti prima o poi...!
    Sere

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  2. Annies che dirti? coraggio! il seguire le sensazioni credo è davvero l'unica via possibile in cucina e fuori... crediamoci intensamente e una strada ci sarà.

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  3. cara Annalisa, ci conosciamo siamo colleghe!sono ilaria urbinati un'altra illustratrice, do you remeber me? volevo dirti che questo post mi ha un po'fatto pensare perchè io sono più o meno nella tua situazione(più o meno perchè non so cucinare per niente!")mi pongo spesso le domande che ti poni tu e spesso vorrei sapere dove mi porterà il mio mestiere e per quanto ancora potrò farlo.Ti scrivo però anche perchè apprezzo moltissimo il tuo blog! lo trovo molto carino garbato e "goloso".Nonostante la mia imbranataggine in cucina a volte mi segno qualche ricetta perchè mi fai venire voglia di sperimentare...complimenti!au revoir ilaria

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  4. @Sere: intendiamoci, nessuno mi ha forzato nella mia scelta, però spesso le situazioni lavorative ti fanno vedere in maniera diversa ciò che pensavi fosse la tua aspirazione..un bacio
    @Maite: grazie, apprezzo molto i tuoi consigli, anche perchè se ho capito bene voi Calicanti appartenete tutti e tre al settore "arte"..
    @Ilaria: ma certo che mi ricordo! Mi fa piacere che tu apprezzi anche questo mio spazio culinario, in qualche modo mi piacerebbe non abbandonare nessuna delle mie passioni (eh si vabbè) per fonderle in un "nuovo" lavoro....a presto!

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  5. ciao, che bello blog che tieni :-)! l'ho trovato porprio ora :-), XOXO gine :-)

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