martedì 19 gennaio 2010

Little bit of green _ Cheesecake né American né Japanese


Prima o poi anche io dovevo caderci. In ritardo come al solito, ma alla febbre verde da Matcha nessun blogger può resistere. E poi sarò perdonata visto che l'occasione meritava qualcosa che si intonasse ai "miei" colori. Sì perché dopo mugugni, infinite modifiche, smentite e conferme, ansie dell'ultimo minuto il mio libretto ha visto la luce questa settimana!

Preciso che l'andamento delle vendite non influenza minimamente i miei compensi (magari!) ma se avete in casa un bimbo che inizia a leggere da solo, od a cui volete leggere qualcosa voi, non è una cattiva idea. La collana esce settimanalmente in edicola con La Stampa, il numero attualmente in circolazione è il n°5 "Sapana, la fanciulla che si arrampicò in cielo" illustrato par moi :)
Qui sotto una piccola anteprima:



Ok, dopo la schifosa autopromozione veniamo al dunque: in generale i dolci con il formaggi freschi o la ricotta mi piacciono assai (anche l'ultimo post era di questa serie), quindi viva il cheesecake sia nella classica versione americana che in quella supersoft giapponese. Però però, l'idea di utilizzare un formaggio che abitualmente non compro e che non saprei neppure se definire formaggio con tutti crismi (Philadelphia) non mi entusiasma molto, anche se so che i puristi dissentiranno. In sostanza, ritrovandomi una quantità esagerata di seirass in frigo ho fatto un mix tra le due versioni. Niente base di biscotti imburrati (che, voglio dire, già non è un dolce leggerissimo di suo...) ma nemmeno albumi montati come nella giappo-version. In più, il seirass fresco è un pochino più sostanzioso della ricotta, quindi non intristisce eccessivamente la ricetta. La consistenza finale dipende dalla cottura: deve presentarsi compatto ma non asciugare troppo. Anzi, data l'esigua quantità di farina di riso (che, Cavoletto docet, addensa a meraviglia i composti liquidi) il risultato deve essere umido e cremoso.

Cheesecake al seirass e Matcha
seirass 500g
panna fresca 100g
uova medie 3
farina di riso 50g
zucchero 160g
the verde matcha 4g
pistacchi non salati
crema di marroni (in barattolo)


Riscaldare il forno ventilato a 200°. Lavorare con la frusta il seirass per renderlo cremoso assieme alle uova, lo zucchero e la panna. Setacciare la farina di riso con la polvere di the verde ed incorporarli al composto. Imburrare leggermente uno stampo apribile e versarvi il composto alto due dita. Infornare a bagnomaria (assicurarsi che non filtri acqua dalla teglia esterna a quella del cheesecake... può succedere!) dopo aver abbassato il forno a 170°. La cottura dovrà essere dolce e prolungata così da non far scurire in superficie il dolce ed asciugarlo lentamente anche all'interno, all'incirca un'ora-un'ora e mezza. Se è necessario coprire la superficie con carta d'alluminio. Sfornare, far completamente raffreddare e riporre in frigo. Servire fresco con qualche goccia di crema di marroni riscaldata con un cucchiaino d'acqua e pistacchi pestati.

mercoledì 6 gennaio 2010

Take it easy


Giornata di befane, calze, dolcetti e carboni dolci. Forse in controtendenza, ma il primo post dell'anno lo voglio semplice, poco dolce e (quasi) sano. Stare qualche giorno a casa durante le vacanze tende a provocare effetti collaterali, tipo stilare liste di propositi per l'anno nuovo, sbrinare il freezer a mo' di Michelangelo Buonarroti con scalpello e martello (non ridete, ilpomeriggio di S. Stefano l'ho passato così), vedere tutti i dvd arretrati, ecc. In realtà la mia non è proprio una lista di buoni propositi, più che altro una sola frase che dovrei recitare tre volte al dì come l'avemaria, che è il titolo di questo post.
Applicabile ad ogni aspetto della vita, nelle cose importanti e nelle cavolate, il "prenderla bassa" dovrebbe diventare il mio mantra. Per come sono fatta, purtroppo, tendo ad analizzare, mitizzare, ingigantire ogni idea e problema, finendo per restarne sommersa. Mi sembra di avere obiettivi e progetti per il futuro ben chiari in mente, ma ogni giorno ad essi si sommano piccoli dubbi, ordinari problemi, nuovi interessi, fuochi di paglia e cavolate che finiscono per distrarmi, senza riuscire ad affrontare le cose importanti, una alla volta. 
Recuperare qualcosa che somiglia vagamente alla grinta, potrei dire. Sbrogliare la matassa di tutti i miei pensieri e tagliare di netto i piccoli nodi irrisolvibili. Meno castelli mentali e più villette monofamiliari, toh. In qualunque modo la si metta, questo è. 
La ricetta ora che ci penso è molto Calicanti's style (loro, il mio mantra sembrano padroneggiarlo sempre in modo geniale): pochi ingredienti empiricamente abbinati, dolcezza non troppo pronunciata, riciclo intelligente di piccoli avanzi che avevo in frigo. 


Sformatino di patate dolci alla castagna
patata americana, pesata dopo cotta 200g
latte 3 cucch.
uova 1
zucchero 50g
ricotta 120g
farina di castagne 45g
semini di finocchio


Lessare e pesare 200g di patate dolci (ho usato quelle a pasta bianca), frullarle con l'aiuto del latte. Lavorare a parte la ricotta, l'uovo e lo zucchero con le fruste creando una crema omogenea. Aggiungervi le patate, la farina di castagne setacciata e semi di finocchio a piacere. Imburrare leggermente 4 stampini di alluminio a forma di ciambella (o altre forme), versarvi il composto e batterli delicatamente sul piano di lavoro per eliminare eventuali spazi vuoti e livellare il composto. Riempire una pirofila con due dita d'acqua e disporvi gli stampini, facendo attenzione che il livello dell'acqua non sia troppo alto. Infornare in forno statico a 170° per circa mezz'ora; la superficie dovrà colorirsi un pochino. Quando al tatto sono sufficientemente sodi, sfornare, attendere 5 minuti e rovesciarli su piattini. Servire tiepidi, magari con una salsina al gianduia (io li ho provati anche freddi e non sono niente male).